“La nostra sfida è avere il coraggio di guardare al futuro del porto di Ancona, con uno scalo che vuole osare e costruire opportunità di sviluppo senza cambiare la sua natura polifunzionale ma anzi valorizzando e potenziando i settori che lo caratterizzano”. Lo ha detto il Presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, Vincenzo Garofalo, intervenendo al convegno “Porto è Regione”, organizzato da Uil Marche al Ridotto delle Muse di Ancona, con la partecipazione del Segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri.
I numeri del porto dorico comprendono un traffico di merci di 9,5 milioni tonnellate nel 2023, 1 milione di passeggeri e 8 mila persone occupate. La forza dello scalo, ha sottolineato Garofalo, “è proprio la sua polifunzionalità che ha permesso di affrontare le vicende di questi anni, la pandemia, la guerra Russia-Ucraina e ora la crisi del mar Rosso senza perdere un posto di lavoro”. L’economia portuale è caratterizzata dal porto mercantile e dalla logistica, “per il quale stiamo lavorando per il potenziamento dell’intermodalità – ha affermato Garofalo - così da consentire alle aziende del territorio di poter contare sempre più sulla via del mare per spedire i loro prodotti. Un progetto legato alle nuove infrastrutture stradali e ferroviarie del lungomare nord, cui partecipiamo insieme a Regione Marche, Rfi, Anas, Comune di Ancona, per migliorare il collegamento dello scalo alla grande viabilità”. Altro traffico di punta, per Ancona, grazie alla posizione baricentrica nel mare Adriatico, è quello dei passeggeri, “per il quale vogliamo migliorare i servizi di accoglienza con la realizzazione di una nuova stazione marittima” e delle Autostrade del mare oltre a quello delle crociere, un comparto in ascesa a livello internazionale.
“Per gli scambi commerciali, siamo un porto core dei due corridoi europei Scandinavo-Mediterraneo e Baltico-Adriatico e uno scalo di transito fra l’Europa balcanica e quella iberica – ha rimarcato Garofalo -, un fattore da accrescere con il miglioramento della trasversalità nel corridoio Mediterraneo per un’opportunità che ci vede operare in sinergia, come Polo intermodale Marche, con interporto e aeroporto. Peculiarità che fanno dello scalo un riferimento leader del territorio di Marche, Umbria, Romagna e di una parte del Lazio.”. Fra le eccellenze del porto, ci sono inoltre lo stabilimento Fincantieri, specializzato nella produzione di navi da crociera, “con cui abbiamo siglato nei mesi scorsi un nuovo accordo di programma, per il raddoppio della capacità produttiva” e i cantieri navali da diporto, imprese con marchi internazionali che credono nelle potenzialità produttive di Ancona.
Altri settori di riferimento sono “la pesca, che dovrebbe puntare sull’innovazione e sul ricambio generazionale per continuare a crescere”, quello dell’accoglienza degli yachting, “con le potenzialità del porto turistico di Marina Dorica” e con la possibilità di poter ospitare, fra gli obiettivi futuri, grandi yacht durante la stagione di rimessaggio. A questi si aggiungono tutti i servizi portuali e marittimi che supportano le attività dello scalo.
“Per crescere, questo porto deve svilupparsi verso il mare e per questo stiamo lavorando al progetto della penisola – ha detto Garofalo -, dove creare nuovi accosti per il traffico merci e per i traghetti e allievare così l’impatto ambientale sulla città. Stiamo, inoltre, investendo sulla sostenibilità, con l’elettrificazione delle banchine del porto e con la creazione di una comunità energetica”.
Oltre al potenziamento e al miglioramento di banchine e infrastrutture, ha sottolineato Garofalo, “vogliamo anche dare un contributo sociale. Per la crescita del porto è fondamentale il capitale umano. Collaboriamo, perciò, con l’Università Politecnica delle Marche, Università di Macerata, Its, Istituti nautici e con l’Associazione Marche Yachting & Cruising, perché abbiamo bisogno, come sistema portuale, di persone competenti”. Ma, “quello che riteniamo prioritario su tutto, su qualsiasi traffico o progetto, è la sicurezza sul posto di lavoro, per il cui miglioramento abbiamo sottoscritto un accordo con Inail Marche e collaboriamo con tutti i soggetti interessati. Non c’è risultato economico che valga di fronte alla perdita di una vita umana e al dramma di una famiglia che deve affrontare questo fatto”.
Dopo l’incontro alle Muse, Uil Marche ha inaugurato la sua nuova sede all’interno del porto di Ancona, in quelli che erano gli storici Magazzini del sale.