Una firma importante per il futuro del porto di Ancona. L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale ha formalizzato ieri l’acquisto dell’area dello scalo Marotti da Rete ferroviaria italiana per una superficie complessiva di 31 mila metri quadrati.
Allo scalo Marotti sono stati già spostati, in via sperimentale, i mezzi pesanti che prima sostavano al molo Rizzo in attesa di compiere le operazioni di dogana. Una scelta di razionalizzazione logistica, avviata ad inizio giugno, che ha lo scopo di allontanare i traffici commerciali dalla zona storica del porto. L’atto comprende anche l’acquisto delle due palazzine che insistono nell’ex scalo, già sede della scuola di formazione di Rfi, per una superficie totale di circa 800 metri quadrati, che saranno destinate alle attività doganali necessarie all’imbarco e allo sbarco dalle navi traghetto compiute da Dogana, Guardia di Finanza e spedizionieri. L’importo complessivo dell’acquisto è di 1.025.000 euro, valore verificato e regolarmente certificato dall’Agenzia del Demanio di Roma.
“Era uno dei nostri obiettivi principali – afferma Rodolfo Giampieri, presidente Autorità di sistema -, spostare i tir in una zona distante dal centro del porto, più vicina agli imbarchi, con un’incidenza minore del traffico in area portuale introducendo anche concetti di forte innovazione tecnologica. Una decisione che permetterà anche un risparmio stimato in circa 60 mila chilometri l’anno di mezzi pesanti percorsi all’interno dello scalo, con evidenti ripercussioni anche da un punto di vista ambientale. Un’opportunità che prosegue, con coerenza, nella progressiva liberazione del molo Rizzo permettendo, senza creare problemi alle aziende e agli imprenditori, una riappropriazione di questa zona da parte della comunità. Il molo Rizzo rappresenta una penisola sul mare da ripensare e dove poter ospitare eventi, iniziative e spazi per l’accoglienza sviluppando nuova economia e nuova occupazione”.
Un grande risultato, aggiunge Giampieri, “al quale hanno partecipato, da protagonisti, Agenzia delle dogane, Guardia di Finanza, spedizionieri, Capitaneria di porto, collaborando, ognuno per le sue competenze, al raggiungimento di questo importante obiettivo”.