Porto di Ancona: avvio lavori nuovo Posto di controllo frontaliero sanitario
Pubblicato il 30 luglio 2020 • Notizie
Un nuovo tassello nel percorso di trasformazione del porto di Ancona. Cominciano i lavori del nuovo Posto di controllo frontaliero sanitario, un edificio per i controlli sanitari di frontiera delle merci in importazione dai Paesi extra Ue, alimentari e non. La struttura, moderna e funzionale alle esigenze di uno scalo internazionale come quello di Ancona, il cui progetto è stato presentato oggi, è una riconversione di una porzione dell’ex Tubimar, alla Darsena Marche, e una razionalizzazione dei presidi sanitari attivi, oggi dislocati in tre sedi diverse nell’area portuale. Un intervento di trasformazione dell’esistente che non consuma nuovo territorio.
I lavori vengono realizzati sulla base del bando di gara dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale per il quale sono state presentate 15 offerte e che è stato aggiudicato all’associazione temporanea d’impresa, formata dalle aziende marchigiane Elettro Stella srl e Mannocchi Luigino.
La porzione dell’ex Tubimar destinata al presidio sanitario, per 830 metri quadrati, si trova sul lato sud-ovest del padiglione; la superficie complessiva sarà di 1.600 metri quadrati suddivisi su due piani. Il bando per l’adeguamento dello stabile, da realizzare sulla base del progetto redatto da dI.dA Ingegneri associati e dall’ingegner Fabrizio Nestore, è stato aggiudicato per un importo complessivo di 1.672.025 euro, con un risparmio in sede di offerta del 18.4%. Il quadro economico complessivo dell’opera ammonta a 2,4 milioni di euro. La durata del contratto di appalto è di 390 giorni.
L’esigenza dell’intervento nasce dalle scelte strategiche elaborate dall’Autorità di sistema portuale in sintonia con le locali direzioni del ministero della Salute (Pif-Uvac Posto ispezione frontaliero-Ufficio veterinario per gli adempimenti comunitari e Usmaf-Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera), Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza, Capitaneria di porto di Ancona e per organizzare, in maniera più efficiente, i controlli sanitari di frontiera sulle merci alimentari in importazione. Un traffico che sta diventando sempre più importante nel porto di Ancona, per renderlo ancora più efficiente.
L’obiettivo dell’intervento è creare, nel porto di Ancona, una nuova infrastruttura che sia collocata in una posizione adatta all’assetto operativo dello scalo commerciale, sia attuale che futuro, con le caratteristiche tecniche e le dotazioni più all’avanguardia previste dagli standard europei. Una struttura che, una volta ultimata, sarà fra le più moderne ed efficienti in Adriatico.
Il progetto, ha spiegato il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale, Matteo Paroli, prevede l’organizzazione del presidio sanitario in tre zone: una da destinare ai controlli dell’Usmaf-Ufficio di sanità marittima; due da utilizzare per i controlli del Pif-Uvac Posto ispezione frontaliero-Ufficio veterinario per gli adempimenti comunitari sulle merci alimentari, distinte in spazi per le merci alimentari, destinate al consumo da parte delle persone, e spazi per le merci non alimentari, non destinate al consumo umano.
“Oggi viene posta la prima pietra di un’infrastruttura importante, nella quale si accentreranno le attività di controllo sanitario e doganale delle merci che il porto di Ancona riceve e movimenta, con evidente velocizzazione delle procedure di uscita verso la destinazione ove esse verranno lavorate – ha detto il Contrammiraglio Enrico Moretti, direttore Marittimo delle Marche e comandante del porto di Ancona -, mi piace evidenziare il forte fermento che si sta vivendo nel nostro porto che, su impulso dell’AdSP e con la collaborazione di tutti i soggetti interessati, istituzioni e privati, sta vivendo una stagione che solo un occhio poco attento può definire di crisi, magari perché ci si sofferma sul calo di passeggeri e merci dovuto agli effetti della pandemia da Covid 19. L’attuale, invece, è una stagione che traguarda obiettivi ambiziosi di una crescita che si sostanzierà, nel breve e medio periodo, con la realizzazione di importanti infrastrutture, alcune delle quali in avanzato stato di progettazione che faranno del porto dorico un nodo logistico di assoluto rilievo. L’inaugurazione odierna lo sta a testimoniare”.
“La competitività di un porto si misura su diversi fronti – ha affermato Ida Simonella, assessore al Porto del Comune di Ancona -, uno di questi è sicuramente quello dell’efficacia e dell’efficienza con cui si offrono i servizi obbligatori e non. Questo intervento è un tassello importante che si inserisce qui: nel miglioramento dell'offerta complessiva di servizio e dunque della competitività del porto”.
“Lo scalo dorico si conferma una risorsa fondamentale per l’economia marchigiana – ha dichiarato Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio delle Marche -, i soli comparti della costruzione navi e imbarcazioni e del trasporto marittimo impiegano quasi 3.300 addetti direttamente collegati ad imprese, senza contare ad esempio l'indotto. Grazie all’impegno della Autorità di sistema portuale oggi, con questo intervento, il porto compie un altro importante passo in avanti nella sua organizzazione e nell’erogazione dei servizi in un'ottica di efficientamento e sostenibilità: valori imprescindibili anche per Camera Marche i cui benefici si rifletteranno sullo sviluppo del territorio a scala regionale. Risulta particolarmente rilevante in questo momento storico l'aspetto del controllo sulle merci alimentari in importazione”.
“La realizzazione di un’unica struttura per i controlli sanitari è un nuovo ulteriore e deciso passo avanti nella trasformazione che sta vivendo il porto di Ancona –ha affermato Rodolfo Giampieri, presidente Autorità di sistema portuale -, un cambiamento e una modernizzazione, anche in questo settore, che contribuisce a migliorare l’operatività delle istituzioni coinvolte, ministero della Salute, Agenzia delle Dogane, Guardia di Finanza, Capitaneria di porto di Ancona, che ringraziamo per la collaborazione nel portare avanti questa idea condivisa per il presente ma soprattutto per il futuro dello scalo rafforzandone la vocazione per la movimentazione merci. Un progetto che ci consente di diventare più innovativi, efficienti e sostenibili migliorando la funzionalità delle operazioni del porto commerciale”.