Porto di Ancona
Ultima modifica 31 luglio 2024
Il golfo di Ancona, compreso fra due colli, ha costituito un sicuro riparo ai naviganti sin dal XVI secolo a.C.
Ritrovamenti dell'epoca micenaica testimoniano che già nel XIII secolo a. C. esistevano scambi commerciali con la Grecia, estesi poi alla costa istriana e dalmata dai Piceni. Infine, i Dori, provenienti dai loro iniziali insediamenti a Siracusa, si stabilirono nel porto e nel territorio fondando la città di Ankòn che, in greco, significa gomito e che fa riferimento alla morfologia del promontorio che protegge il golfo di Ancona.
Il golfo venne attrezzato con i primi moli e, successivamente, i romani completarono il lavoro dei predecessori greci.
Oggi lo scalo è uno dei più vitali e attivi del Mediterraneo e svolge un ruolo primario nell'interscambio commerciale. È classificato come scalo di rilevo internazionale dall'Unione Europea, inserito nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo e Baltico-Adriatico delle reti TEN-T.
Dal porto di Ancona transitano più di un milione di passeggeri su navi traghetto e da crociera dirette verso le sponde dell’Adriatico orientale (Croazia, Albania, Grecia), anche grazie alla posizione baricentrica dello scalo nell’area. Il traffico container, in crescita negli ultimi anni, ha superato i 160.000 TEUs attraendo tutti i principali vettori mondiali del trasporto contenitori. Anche in questo settore, così come nei traffici traghetti e rinfusieri- dove si rileva l’importante contributo del traffico petrolifero generato dalla raffineria API di Falconara Marittima- il porto di Ancona rivela la propria vocazione di “Porta d’oriente” e terminale delle Autostrade del Mare della Macroregione Adriatico-Ionica a servizio del mercato italiano ed europeo.