Porto di Ancona
Ultima modifica 14 gennaio 2025
Il golfo di Ancona, compreso fra due colli, ha costituito un sicuro riparo ai naviganti sin dal IV° secolo a.C.
Ritrovamenti dell'epoca micenaica testimoniano che già nel XIII secolo a. C. esistevano scambi commerciali con la Grecia, estesi poi alla costa istriana e dalmata dai Piceni. Infine, i Dori, provenienti dai loro iniziali insediamenti a Siracusa, si stabilirono nel porto e nel territorio fondando la città di Ankòn che, in greco, significa gomito e che fa riferimento alla morfologia del promontorio che protegge il golfo di Ancona.
Il golfo venne attrezzato con i primi moli e, successivamente, i romani completarono il lavoro dei predecessori greci.
Oggi lo scalo è uno dei più vitali e attivi del Mediterraneo e svolge un ruolo primario nell'interscambio commerciale. È classificato come scalo di rilevo internazionale dall'Unione Europea, inserito nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo e Baltico-Adriatico delle reti TEN-T.
Dal porto di Ancona transitano circa un milione di passeggeri su navi traghetto e da crociera dirette verso le sponde dell’Adriatico orientale (Croazia, Albania, Grecia), anche grazie alla posizione baricentrica dello scalo nell’area. Il traffico container, in crescita negli ultimi anni, ha superato i 160.000 TEUs attraendo tutti i principali vettori mondiali del trasporto contenitori. Anche in questo settore, così come nei traffici traghetti e rinfusieri- dove si rileva l’importante contributo del traffico petrolifero generato dalla raffineria API di Falconara Marittima- il porto di Ancona rivela la propria vocazione di “Porta d’oriente” e terminale delle Autostrade del Mare della Macroregione Adriatico-Ionica a servizio del mercato italiano ed europeo.